Metabolismo
Ofide ipnotico che dilata e involve le sue spire, che espande la pelle, che muta forma, diviene ciò di cui si nutre,
si s-forma.
Come per caleidoscopiche prove d’esistenza, con un veleno che è afrodisiaco, quest'opera inverte e sovverte il simbolo che si fa più denso, polisenso, archetipico, inquietante, sacro, contraddittorio.
Celando, mostra; in ostensione, come reliquie profane che chiedono adorazione, il peccato di purezza, la vanitas immortale, l’energia potente del femmina/maschio ancestrale, del tempo che si annulla.
I serpenti sono ritratti nell'atto della digestione di oggetti sacri la cui forma è percepibile dall'interno dell'animale. La pelle lucida ed elastica del serpente aderisce attorno all'oggetto come una guaina, sottraendolo dallo sguardo diretto dello spettatore e rendendolo al contempo nascosto e rivelato. I rettili sono collocati in campane di vetro con base in legno dorato che rimandano ai reliquiari o alle sculture sacre dei luoghi di culto.


